Qual è la giusta posizione seduta per Pranayama e meditazione?
La risposta che nasce immediata è: Padmasana, la posizione del loto (padma=loto, āsana=postura), perché permette di stare perfettamente eretti con la schiena senza creare tensioni, e perché facilita la formazione dei bandhas, i sigilli necessari ai kumbhaka, le ritenute del respiro.
Ma la domanda più importante è: quale è la posizione giusta per me?
Su questo argomento c’è molto da dire.

Nella mia esperienza, sulle mie ginocchia e in tanti anni di insegnamento, ho visto diverse forme e proporzioni delle ossa delle gambe e delle articolazioni di ginocchia, anche e caviglie. Perciò, ritengo che dipenda dalla nostra conformazione fisica, oltre che dallo stato di flessibilità attuale.
Nelle foto ci sono alcuni esempi di possibili posture, alternative alla posizione del loto, tutte molto valide. Ovviamente si assumono se non vi è nessun tipo di limitazione e/o lesioni ai tessuti delle articolazioni, in questo ultimo caso è certamente meglio sedersi su una sedia con la schiena dritta e senza sollecitare troppo articolazioni e tessuti deboli o lesionati.
Se invece posso sedermi a terra, quando assumo una postura da tenere a lungo, la devo sentire ‘possibile’, non completamente comoda, ma nemmeno sofferente. Deve permettermi di tenere la schiena eretta, senza tensione muscolare a schiena, spalle, collo o addome. Dovrei sentire di appoggiare gli ischi, perché da questa base parte lo stare eretti con la schiena. In questo mi può aiutare un cuscino (non troppo morbido) sotto il bacino.


Nella postura con le gambe incrociate, in tutte le variazioni possibili, se le ginocchia non toccano terra e superano la linea dell’ombelico, userò un piccolo rialzamento, tipo cuscino, che può anche essere usato nella posizione di Virasana se gli ischi non sono in contatto.


Per praticare la posizione del loto bisogna sapere come fare, se non imparato a lezione di yoga potrebbe essere pericoloso.
Insomma, come sempre nella pratica yoga, è molto importante rispettare il proprio corpo, riconoscere i propri limiti, che cambiano di giorno in giorno. Il più delle volte con una pratica costante, corretta e rispettosa, si possono vedere grossi cambiamenti.
Se invece ci sono dei limiti permanenti, che anche con la pratica costante non possono migliorare, si può imparare ad accettarli con gentilezza nei propri confronti e trovare altre modi di praticare.
Un ringraziamento a Gabriella per avermi fatto da modella in queste foto!
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